Per un approccio all’ottimizzazione sistemica che tenda all’organizzazione snella , il lean thinking propone una metodologia basata su cinque principi.
Dal giapponese, lingua madre del lean thinking, questi cinque principi sono individuati con cinque termini con due cose in comune: l’efficacia nell’ottimizzazione dei processi e delle organizzazioni e la lettera “S” come iniziale. Da qui, la metodologia è comunemente chiamata 5S.
Si inizia con il separare (Seiri). Sulla base di questo principio, si sarà in grado di discernere, nell’ambito del processo, i fattori ritenuti funzionali e quelli superflui (che contribuiscono solo allo spreco di risorse).
Con Seiton si indica il principio della riorganizzazione: una volta individuati i fattori utili, essi andranno riordinati e messi a sistema.
Le inefficienze sono spesso figlie del disordine; allora la pulizia non può che essere un principio fondamentale dell’organizzazione snella. In giapponese si dice Seiso.
Una volta individuato un processo efficace, esso può essere replicato. O meglio: standardizzato. È il quarto principio dell’organizzazione snella: la standardizzazione (Seiketsu).
L’ultima delle cinque colonne sulle quali si basa l’organizzazione snella,è lo Shitshuke, il principio secondo il quale il lean thinking deve essere diffuso in tutti i settori e in tutte le strutture. Solo in questo modo tutta l’azienda potrà godere dei benefici dell’ottimizzazione dei processi e delle strutture.
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