Formazione
27 Feb 2014

Stage curriculari ed extra-curriculari. Materia complessa ed in divenire

Percorsi scolastici e competenze adeguate

Con la normativa introdotta nell’agosto 2011 compare per la prima volta in modo ufficiale nel nostro ordinamento la differenziazione fra stage effettuati all’interno di un percorso normativo (stage curriculari) e quelli slegati da un corso di formazione (stage extracurriculari). La materia nel suo complesso è alquanto complessa e non completamente chiara.

Vorremmo però soffermarci su un aspetto specifico e molto attuale sollevato recentemente dal sito Repubblica degli Stagisti gestito dalla giornalista Eleonora Voltolina.

All’interno di un interessante editoriale pubblicato a fine gennaio (http://goo.gl/rHxoLz),  si ipotizza che per arginare l’uso improprio degli stage, vengano aboliti quelli extracurriculari. L’autrice chiude l’intervento riflettendo sul fatto che in un periodo di così profonda crisi, questo provvedimento ridurrebbe ulteriormente le possibilità di inserimento nel mondo del lavoro per i disoccupati di lungo corso e con studi meno recenti.

Noi invece vorremmo spostare la riflessione più a monte, partendo dalla piena condivisione del fatto che l’abuso e l’uso distorto dello strumento “stage” sia assolutamente negativo e degno di essere perseguito con tutti gli strumenti a disposizione delle Autorità.

Perché non concentrarsi sulle cause-radice di questa patologica difficoltà dei giovani italiani a trovare un lavoro adeguato alle loro aspirazioni nel loro paese? A nostro parere sono due i temi da considerare:

  • a) la riduzione del cuneo fiscale/contributivo che ha dimensioni inaccettabili provocando il doppio effetto di penalizzare le retribuzioni dei dipendenti e rendere insostenibile il costo del lavoro;
  • b) le competenze scolastiche sempre meno adeguate alla domanda di lavoro sul mercato.

Secondo una recente ricerca effettuata da McKinsey & Company, il 16% (circa 65.000 unità) delle ricerche di posizioni non viene coperta per mancanza di un’offerta con competenze adeguate.

Lo scollamento fra i percorsi scolastici ed il mondo del lavoro si sta ampliando sempre di più con carenze sempre più evidenti non solo nelle competenze specialistiche ma anche su quelle di base.

Altre ricerche evidenziano come molti problemi nascano già nelle scuole medie inferiori che tendono ancora ad incoraggiare gli allievi più dotati destinati ai Licei dirottando gli altri sugli Istituti tecnici considerati ancora scuole di serie B.

Peccato che il resto del mondo  (comprese le nostre imprese più competitive) consideri invece le competenze tecniche un requisito fondamentale di un candidato al lavoro. Nel frattempo i giovani laureati soffrono e devono recuperare in pochi mesi le carenze accumulate negli anni precedenti.

Di Alessandro Parisi