Formazione
13 Mar 2015

Nuove professioni: antidoto contro il pessimismo dilagante

E’ stato recentemente pubblicato il secondo Rapporto Giovani dell’Istituto Giuseppe Toniolo (ente fondatore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), un’accurata indagine statistica effettuata su un campione di circa 4.500 giovani italiani fra i 18 e 29 anni. Molto interessante la sezione dedicata al “lavoro” che ci sembra confermare quanto dal nostro “piccolo osservatorio” a contatto con i giovani laureati stiamo registrando da alcuni anni. Le difficoltà incontrate degli ultimi anni ad entrare nel mondo del lavoro hanno portato le nuove generazioni ad avere una sfiducia quasi totale nei confronti del nostro mercato del lavoro: l’88% è convinto che l’Italia non sia in grado di offrire delle opportunità interessanti per il loro futuro. Una maggioranza schiacciante, quasi totale.

E’ motivata tutta questa sfiducia? I giovani devono quindi veramente abbandonare questo paese, visto che il 49% del campione sarebbe disponibile a trasferirsi all’estero?

Noi non condividiamo con questo pessimismo dilagante: crediamo, invece, che ci siano ottime opportunità per i nostri ragazzi, non facili da cogliere ma nemmeno così tragicamente impossibili come il sentimento comune lascia pensare. Nessuno vuole disconoscere la complessità del nostro sistema del lavoro, soprattutto quanto poco le Istituzioni scolastiche ed educative fanno per loro. La scuola italiana (in tutti i suoi gradi) è, come tutto il resto della Pubblica Amministrazione, tristemente ripiegata su se stessa, modellata ad uso e consumo di forze diverse (a volte anche solo stravolta dall’illogicità intrinseca delle sue stesse regole) ma certamente non progettata e gestita per “creare valore” per i suoi cittadini-utenti-clienti. Il risultato principale è la mancanza di un collegamento con il mondo del lavoro, non solo nella fase finale dei percorsi di studio ma soprattutto all’inizio (orientamento) e durante (materie e contenuti che evolvono al passo con le esigenze del mondo competitivo).

Cosa sta dunque accadendo nella realtà? Perché non siamo così pessimisti?

Il mondo del lavoro è molto composito e complesso. I soggetti che lo animano sono molti e con caratteristiche anche opposte: in mezzo a tanto declino industriale, l’Italia sta registrando anche dei significativi successi. Ci sono aziende di svariati settori e dimensioni che non hanno mai smesso di investire, di migliorarsi e di credere nella preparazione del proprio personale. Sono aziende che offrono prodotti e servizi competitivi, che sono tecnologicamente evolute e che in molti casi si sono ampiamente internazionalizzate. Queste aziende generano una domanda molto più qualificata di personale della media italiana: è una domanda di nicchia (nei singoli ruoli) ma che aggregata diventa una domanda importante, che può andare ad incidere su fette importanti dei nostri tanti laureati in cerca di occupazione. Il paradosso è che molta di questa domanda rimane insoddisfatta per mancanza di offerta! Sembra pazzesco ma è così: noi lo sappiamo da anni ma è difficile convincere chi è sfiduciato e distratto da mille “sirene negative”.

Per questo motivo abbiamo lanciato la campagna: “Occupato o Rimborsato” (scopri di più, clicca qui).  Capiamo la difficoltà psicologica ad investire in un Master con i tempi che corrono ma rinunciare in partenza a lavori appassionanti che possono trasformarsi presto in carriere sicure e gratificanti, è un fenomeno su cui intervenire. Per questo crediamo che ai nostri migliori giovani si debba dare fiducia, applicando criteri meritocratici che quasi mai vengono utilizzati nella nostra scuola e più in generale nella nostra società. Il settore dell’Energia è il primo da cui cominciamo questa sfida e non sarà l’unico. Con un realismo positivo e tanto duro lavoro si possono sconfiggere anche le statistiche negative!

Il Direttore
A. Parisi