Under 30, laurea con lode, esami finiti in tempi esatti. Cosa manca a un candidato così? Quello che può attrarre di più le aziende e renderlo più appetibile: le competenze e le esperienze.
Inglese, padronanza del digitale, esperienze extra università…quali sono le skills che mancano di più tra i laureati italiani?
1) Lingue straniere: appena il 21% dei laureati italiani padroneggia fluentemente la lingua inglese, ormai scontata nel mondo del lavoro, la maggioranza ha una conoscenza scolastica e limitata alle frasi fatte nell’ambito delle vacanze all’estero: ordinare qualcosa al ristorante, chiedere informazioni, pagare… livello non adeguato a quello atteso dagli standard delle aziende. Se poi le lingue richieste sono due o tre, il bilancio si aggrava.
2) Mondo digitale: le competenze informatiche e digitali sono un altro scoglio per i neolaureati italiani. Non è sufficiente avere un’infarinatura ma è opportuno sviluppare delle vere e proprie abilità che possono essere espresse nella vita professionale ed essere un valore aggiunto per essere considerati dalle aziende. Infatti, l’offerta di lavoro per le professioni digitali è sempre più in crescita quello che manca sono proprio le figure competenti.
3) Intraprendenza: un’altra cosa che le aziende ricercano nei candidati sono le esperienze di lavoro, tasto dolente per il neolaureato italiano. Al di là degli obblighi accademici, sono poco coloro che intraprendono esperienze di lavoro e non al di fuori dell’università come tirocini ed esperienze all’estero…ma si aspetta la laurea per iniziare a muoverci nel mondo del lavoro e riscontrare che non siamo poi così appetibili con pensavamo.
4) Apertura alla mobilità: le aziende fanno fatica a trovare candidati disponibili alla mobilità interna o all’estero. Questioni di famiglia o radicamento su un contesto professionale, il candidato medio non accetta di partire alla volta dell’Europa o del resto del mondo per più di 12 mesi. Prima sembrano interessati a trasferirsi ovunque, poi nei fatti emergono mille remore.
5) Innovazione: la maggior parte delle aziende in cerca di candidati corre sul web, avvalendosi anche di social networks specifici per il lavoro come LinkedIn. Eppure, in tempi di Facebook, E-commerce e grandi dati la maggioranza non ha familiarità con il flusso di dati forniti da rete. Al contrario di quello che si può pensare non è una skill secondaria, ci sono talmente tante informazioni in rete che manca la capacità di discernere quello che è necessario. Una competenza che risulta essere basilare se si vuole farsi trovare dalle aziende.